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Antivirali per COVID-19 in farmacia: bene ma non benissimo

Il monitoraggio Federfarma sulla disponibilità degli antivirali per COVID-19 in farmacia mette a fuoco le criticità ancora presenti in merito all'attuazione della Determina AIFA.

Dallo scorso 21 aprile i medici di medicina generale possono prescrivere gli antivirali per uso orale indicati per il trattamento di COVID-19. Farmaci che il paziente può ritirare ora direttamente in farmacia, grazie al protocollo d’intesa siglato tra Ministero della Salute, AIFA, Federfarma Servizi, Federfarma, Assofarm, Farmacie Unite e Adf.

Ma sono al momento solo 12 le Regioni e Provincie Autonome dove questi medicinali sono effettivamente disponibili nelle farmacie. Lo ha rilevato un monitoraggio condotto sul territorio da Federfarma per l’agenzia Ansa.

Gli antivirali per COVID-19 disponibili in farmacia

Gli antivirali per COVID-19 interessati dal provvedimento sono Paxlovid (nirmatrelvir/ritonavir) e Lagevrio (molnupiravir).

Questi due prodotti sono indicati per il trattamento di pazienti adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono a maggior rischio di progressione verso forme severe di COVID-19.

Entrambi devono essere somministrati ad una distanza massima di 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi.

In particolare, l’impiego di Paxlovid (Pfizer) è fortemente raccomandato nei pazienti non gravi ma a rischio maggiore di ricovero in ospedale, come i non vaccinati, gli anziani o le persone sottoposte a trattamento di immunosoppressione. Questo sulla base di uno studio pubblicato sul BMJ condotto da un team di esperti WHO.

La sua somministrazione viene, al contrario, sconsigliata:

  • Nei pazienti COVID a basso rischio, perché i dati di efficacia/sicurezza emersi non sono significativi
  • Nei pazienti gravi, perché al momento non sono disponibili dati sperimentali sulla valutazione del farmaco in questa categoria.

Rispetto agli altri antivirali approvati per COVID-19, come il remdesivir, Paxlovid e Lagevrio possiedono il grande vantaggio della somministrazione orale.

Fra i due, Paxlovid, ad oggi, rappresenta la scelta più opportuna, per questo gruppo di pazienti, per la sua efficacia nella riduzione delle ospedalizzazioni e il miglior profilo di sicurezza. Per questo farmaco è prevista una disponibilità di circa 50.000 dosi al mese.

Antivirali per COVID-19 in farmacia: il provvedimento

La prescrizione degli antivirali per COVID-19 può essere quindi effettuata anche da parte del medico di medicina generale, su ricetta elettronica e previa compilazione del piano terapeutico AIFA.

Il paziente può ritirare gratuitamente la terapia in farmacia dietro presentazione della ricetta.

La Determina AIFA pubblicata lo scorso aprile è stata pensata per rendere la terapia dell’infezione da SARS-CoV-2 più accessibile ai cittadini. E ha attribuito ai farmacisti un ruolo decisivo nella gestione “ordinaria” della pandemia sul territorio.

Antivirali per COVID-19 in farmacia: la situazione sul territorio

In base al report condotto da Federfarma, gli antivirali per COVID sono ad oggi disponibili in farmacia nelle seguenti Regioni e province autonome: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta.

Secondo i dati AIFA aggiornati al 3 maggio, sono stati dispensati nelle farmacie 280 trattamenti con antivirali per COVID-19. Di questi: 90 in Toscana, 75 in Umbria, 58 nel Lazio, 30 nella Marche, 10 in Piemonte, 7 in Campania, 5 in Emilia Romagna e 3 in Calabria, Molise e nella Provincia Autonoma di Trento.

Malgrado la Determina AIFA, Regione Sardegna non prevede la dispensazione degli antivirali per COVID-19 in farmacia.

I dati Aifa aggiornati al 3 maggio riportano un totale di 280 trattamenti antivirali dispensati nelle farmacie.

Nel complesso, da metà gennaio al 4 maggio sono stati 37.315 complessivamente i pazienti curati a domicilio con gli antivirali per COVID-19 orali.

Gli aspetti critici

Ad oggi, i numeri relativi a questa iniziativa sono forse inferiori alle aspettative.

Tuttavia, come ha sottolineato anche il Segretario FIMMG Silvestro Scotti, le indicazioni degli antivirali per COVID-19 sono limitate ad una categoria ristretta di pazienti.

I numeri sono limitati perché gli antivirali orali sono indicati solo per una particolare categoria di pazienti, ovvero una minoranza. Ciò anche considerando la diminuzione in atto dei contagi in generale. E’ però il momento per iniziare a comprenderne meglio l’utilizzo, anche per essere pronti in autunno qualora ci fosse un nuovo boom di contagi e la necessita di usare tali farmaci in modo più massiccio

Silvestro Scotti – Segretario FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale)

Un altro aspetto critico è rappresentato dalla distribuzione a macchia di leopardo dell’attuazione del provvedimento AIFA. Da questo punto di vista, devono ancora essere perfezionati gli accordi.

Ancora una volta la frammentazione della Sanità sta di fatto introducendo distorsioni nell’accesso all’assistenza. Così, succede che un provvedimento originariamente pensato per ampliare la platea di pazienti trattati crea in realtà disuguaglianze sociali.

Certo, siamo ancora in una fase di rodaggio e possono verificarsi alcune criticità a livello logistico, anche perché ogni Regione ha autonomia in materia di Sanità.

Marco Cossolo – Presidente Federfarma

Un terzo punto è rappresentato dalla distribuzione, che sta completando la copertura delle esigenze sul territorio.

In ultimo, la disponibilità del foglietto illustrativo limitata alla versione in lingua inglese, in alcune Regioni, dovuta all’originale destinazione dei farmaci, prevista per il mercato anglosassone. Anche in merito a questo aspetto, sono state emesse rassicurazioni di intervento rapido.

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