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BeClose2: collaborare contro i tumori del sangue

In occasione del congresso "BeClose2, Creating New Connections" sono state approfondite le patologie ematologiche più rilevanti e alcune possibili terapie per contrastarle

Si è svolta a Roma il 4 e 5 maggio la terza edizione di “BeCLose2 Hematology, creating new connections”, due giorni di confronto organizzati da AbbVie per esplorare le nuove frontiere dell’ematologia e dei tumori del sangue attraverso una condivisione di esperienze e di evidenze scientifiche.

Il progetto ha coinvolto 130 ematologi provenienti da tutta Italia, con l’obiettivo di creare circolazione di conoscenze, favorire le connessioni e l’esperienza. “Bisogna esplorare nuovi approcci, terapie innovative e meccanismi di azione per accelerare il raggiungimento di progressi nella cura delle neoplasie ematologiche” ha affermato Annalisa Iezzi, Medical Director di AbbVie Italia.

Lo scopo è di ottimizzare la gestione clinica del paziente e fare il punto sugli ultimi progressi della ricerca e della sperimentazione e sulle prospettive future dei meccanismi biologici alla base delle principali patologie ematologiche.

La leucemia linfatica cronica

È una malattia caratterizzata dall’accumulo progressivo di linfociti apparentemente maturi nel sangue, nel midollo osseo e nei tessuti linfatici. Francesca Romana Mauro, professore associato presso l’Istituto di ematologia dell’Università Sapienza di Roma, ha affermato che non c’è mai stata così tanta offerta terapeutica come ora. Questa vasta scelta ci permette di adattare l’approccio terapeutico alle caratteristiche del paziente. Bisogna sempre tenere conto che la malattia non guarisce, ma la comparsa dei suoi sintomi avviene dopo molto tempo, permettendo di liberare il paziente da terapie che possono diventare tossiche, di fatto migliorando la sua qualità di vita.

La leucemia mieloide acuta

È uno dei tumori più aggressivi e difficili da trattare in quanto è caratterizzato da una progressione molto rapida. Felicetto Ferrara, direttore della divisione di Ematologia al Cardarelli di Napoli, ha dichiarato che questa rimane una malattia a prognosi negativa, soprattutto nel paziente anziano e, ancor di più, nell’anziano non in grado di ricevere una chemioterapia intensiva. Solo il 20% dei pazienti, con età superiore ai 65 anni, sopravvive a 5 anni. Le nuove armi oggi a nostra disposizione permettono di trattare in maniera efficace un numero più elevato di pazienti anziani e di ottenere una sopravvivenza mediana superiore di almeno sette-otto mesi rispetto alle terapie precedenti.

Il linfoma diffuso a grandi cellule B

È una forma aggressiva caratterizzata da una rapida crescita dei linfociti B. Pierluigi Zinzani, professore ordinario di Ematologia all’Università di Bologna, ha spiegato come gli anticorpi bispecifici potrebbero diventare un nuovo importantissimo strumento per contrastare la malattia. Dagli studi di fase II, infatti, risulta che il 40% dei pazienti refrattari sottoposti a questa terapia ha ottenuto una remissione completa.

Il mieloma multiplo

È un tumore maligno che colpisce le plasmacellule del midollo osseo. Maria Teresa Petrucci, dirigente medico presso l’azienda ospedaliera Policlinico Umberto I, ha confermato che bisogna utilizzare le nuove tecnologie per categorizzare meglio i pazienti e comprendere le loro patologie, per indirizzarli a cure mirate e non sottoporli a terapie inutili.

La mielofibrosi

È una malattia in cui le cellule ematiche anormali e il tessuto fibroso si accumulano nel midollo osseo. Francesco Passamonti, professore ordinario di Ematologia all’Università di Milano, ha spostato l’attenzione anche sugli inibitori della crescita tumorale, che riescono a ridurre il carico mutazionale e hanno un’efficacia molto maggiore delle tecniche tradizionali.

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