Non solo vaccini per contrastare la pandemia di COVID-19, anche le terapie basate sull’impiego di anticorpi monoclonali stanno facendo passi avanti e diverse case farmaceutiche stanno proponendo i loro trattamenti.
Anticorpo VIR-7831 contro il COVID-19
Tra queste vi sono l’azienda statunitense Vir Biotechnology e la britannica GlaxoSmithKline (GSK). Le due società hanno infatti annunciato in modo congiunto mercoledì 10 marzo che stanno pianificando di richiedere l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) per la loro terapia sperimentale anti Covid-19 basata su anticorpi. La decisione di presentare la domanda è basata sui risultati, ancorché parziali, emersi da uno studio. I dati del trial dimostrano infatti che il trattamento ha determinato la riduzione dell’85% dei ricoveri e dei decessi tra i pazienti COVID-19.
Vir e GSK hanno comunicato che un team di scienziati indipendenti ha affermato che non è più necessario proseguire con la sperimentazione in atto vista l’evidente efficacia della terapia. Il loro trattamento, chiamato VIR-7831, si è dimostrato valido anche nel contrastare con successo le nuove varianti di SarS-CoV-2 britannica, brasiliana e sudafricana.
Bamlanivimab ed etesevimab
E non è tutto. Anche la casa farmaceutica statunitense Eli Lilly and Co ha annunciato, sempre mercoledì 10 marzo 2021, che uno studio di fase avanzata condotto negli Stati Uniti su 750 pazienti colpiti da Covid-19 in forma da lieve a moderata ma con alto pericolo di gravi complicazioni ha dimostrato una riduzione dell’87% del rischio di ricovero in ospedale e di morte dopo somministrazione della terapia combinata costituita da due anticorpi monoclonali: bamlanivimab ed etesevimab.
Si tratta del secondo trial condotto su ampia scala che dimostra la validità del trattamento delle due molecole contro le forme da lievi a moderate di Covid-19. Nella precedente sperimentazione l’efficacia raggiunta nel proteggere i malati dal rischio di forme gravi e di morte aveva raggiunto il 70%.
Nello studio precedente, i cui dati sono stati pubblicati a gennaio, erano state utilizzate dosi maggiori dei due farmaci. I risultati di quel trial avevano dimostrato una riduzione del 70% del rischio di ospedalizzazione.
Daniel Skovronsky, direttore scientifico di Eli Lilly, ha dichiarato:
Mi aspetto che questi dati contribuiscano a incrementare l’utilizzo degli anticorpi; ci sono poche altre malattie per le quali i medicamenti a disposizione offrono questi grandi benefici.
La Food and Drug statunitense (FDA) ha concesso nello scorso mese di febbraio un Emergency Use Authorization (EUA) all’utilizzo della combinazione terapeutica bamlanivimab ed etesevimab in pazienti sopra i 12 anni di età malati di COVID-19 con rischio elevato di sviluppare complicazioni gravi. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) a marzo 2021 ha espresso parere favorevole all’uso dell’associazione bamlanivimab ed etesevimab per il trattamento di COVID-19 in pazienti che non necessitano di ossigenoterapia e che sono ad alto rischio di progredire verso la forma severa della malattia.
Skovronsky ha anche detto di essere abbastanza fiducioso che i due anticorpi siano efficaci contro tutte le varianti virali presenti negli Stati Uniti e che Ely Lilly è pronta a produrre in pochi mesi fino a un milione di dosi che potranno essere vendute alle Nazioni di tutto il mondo.
Inoltre, la società statunitense sta anche studiando un ulteriore trattamento contro le varianti sudafricana e brasiliana del virus, due ceppi non ancora diffusi negli Stati Uniti.