Arturo Cavaliere, direttore della farmacia aziendale dell’Asl di Viterbo e presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo), ha dichiarato all’agenzia DIRE che gli anticorpi monoclonali rappresentano “un’arma straordinaria contro il virus”.
In effetti, questo tipo di terapia appare in grado di ridurre in modo significativo l’incidenza delle forme gravi di Covid-19 e delle morti causate dalle sue complicanze. La somministrazione di tali farmaci, che deve essere fatta in ospedale all’apparire dei primi sintomi dell’infezione da SarS-CoV-2, richiede un notevole sforzo da parte degli operatori sanitari e quindi anche da parte delle farmacie ospedaliere. “Non ci saranno però, in ogni caso”, assicura il Presidente della Sifo, “differenze o disparità tra le varie strutture regionali perché le farmacie aziendali sono attrezzate in modo uniforme su tutto il territorio”.
L’iter approvativo degli anticorpi monoclonali contro il virus
Cavaliere ricorda che L’Agenzia italiana del farmaco, Aifa, ha approvato il 4 febbraio scorso i monoclonali come terapia contro Covid-19 basandosi sui risultati positivi delle sperimentazioni cliniche. I test hanno mostrato infatti buoni effetti terapeutici se gli anticorpi vengono impiegati nelle fasi precoci della malattia. La decisione di Aifa è stata poi ratificata dal decreto del Ministero della Salute del 6 febbraio 2021. Si tratta di farmaci che devono essere somministrati in ospedale per via endovenosa e sotto stretto controllo medico.
Azione e indicazioni d’uso
Questi prodotti sono in grado di ridurre la carica virale esercitando la loro azione contro la proteina spike del coronavirus e, conseguentemente, precisa il Presidente, diminuiscono “le ospedalizzazioni, le visite e gli accessi al pronto soccorso”. Non tutti potranno però ricevere il trattamento. Infatti, i monoclonali sono indicati per i pazienti con “età maggiore o uguale a 12 anni, positivi al virus, testati con PCR di terza generazione e non devono essere in ossigeno terapia né ospedalizzati“. Inoltre, questi medicamenti devono essere dati quando i sintomi, lievi o gravi che siano, si sono manifestati da meno di 72 ore.
Il ruolo delle farmacie ospedaliere
Le farmacie ospedaliere sono responsabili della farmacovigilanza degli anticorpi monoclonali così come dei vaccini anti COVID-19, e, in tal senso, verranno approntati gli appositi registri dove annotare le reazioni avverse che dovessero manifestarsi dopo la terapia infusionale. Non ci saranno differenze o disparità di condotta su tutto il territorio nazionale perché le procedure previste sono le stesse in tutta Italia. Le farmacie ospedaliere sono quindi in grado di “gestire in sicurezza, l’allestimento e lo stoccaggio di farmaci e vaccini, anche garantendo la ‘cold chain’ del caso di Pfizer e Moderna. Nel caso dei monoclonali la conservazione è tra 2 e 8 gradi” sottolinea il Presidente della Sifo.
La decisione di affidare ai farmacisti ospedalieri la complessa e importante gestione di queste terapie anti COVID-19 è motivo di soddisfazione per la Società dei farmacisti ospedalieri.