Biogen ha annunciato che la CE (Commissione Europea) ha concesso la AIC alla formulazione sottocutanea di natalizumab per la sclerosi multipla recidivante-remittente.
Questa nuova modalità di somministrazione ha dimostrato profili di sicurezza e di efficacia comparabili alla formulazione endovenosa (EV) di natalizumab, ma prevede una somministrazione più breve e agevole, riducendo i disagi per pazienti e caregiver e agevola le strutture cliniche nell’organizzazione della somministrazione del trattamento. Per i pazienti nei quali è appropriato dal punto di vista clinico, i medici possono inoltre ridurre il periodo di osservazione successivo alla somministrazione di 6 dosi.
Le due opzioni di somministrazione SC ed EV di natalizumab consentono quindi a medici e pazienti di scegliere quella più adatta alle esigenze dei singoli pazienti.
Entrambe le formulazioni SC ed EV prevedono una dose da 300 mg somministrata Q4W (ogni quattro settimane) da un operatore sanitario.
In aggiunta, la formulazione SC è somministrata con tempistiche più brevi in confronto alla formulazione EV.
AIFA ha aggiornato il Riassunto delle caratteristiche del farmaco natalizumab il 16 aprile 2021
Studi clinici a supporto dell’approvazione della formulazione SC di natalizumab
I dati acquisiti negli studi DELIVER e REFINE hanno reso possibile l’approvazione della via di somministrazione SC per natalizumab da parte dell’UE. Questi dimostrano infatti la comparabilità con la somministrazione EV di 300 mg di natalizumab Q4W in termini di efficacia e profili farmacocinetici e farmacodinamici. Inoltre, in entrambi gli studi è emerso che la sicurezza di natalizumab SC è in linea con il profilo rischio-beneficio ben consolidato di natalizumab EV. Questo è già confermato in altri studi clinici e in contesti post-marketing, con l’eccezione di un possibile aumento del dolore nel sito di iniezione SC.
Natalizumab
Natalizumab è un anticorpo ricombinante umanizzato anti-α4-integrina prodotto in una linea cellulare murina mediante la tecnologia del DNA ricombinante. Ha fornito in quasi 15 anni di utilizzo una notevole mole di evidenze concrete e ha dimostrato di:
- rallentare la progressione della disabilità,
- ridurre la formazione di nuove lesioni celebrali,
- ridurre le recidive nel corso degli studi clinici condotti sui pazienti adulti.
Nell’Unione Europea è indicato come terapia in grado di modificare la malattia (Disease Modifying Therapy – DMT) negli adulti con sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR) a elevata attività, nei pazienti:
- che presentano ancora una malattia molto attiva nonostante un trattamento completo e adeguato con almeno una DMT ,
- o con SMRR grave in rapida evoluzione.
La Determina AIFA n. DG/1171/2020 classifica natalizumab indicato come monoterapia disease-modifying in adulti con sclerosi multipla recidivante-remittente a elevata attività nei pazienti:
- con elevata attività della malattia nonostante un ciclo terapeutico completo e adeguato con almeno una DMT
- con SMRR grave a evoluzione rapida, definita da due o più recidive disabilitanti in un anno e con una o più lesioni captanti Gadolinio alla RM cerebrale o un aumento significativo del carico lesionale in T2 rispetto a una precedente RM effettuata di recente
in confezione: 300 mg concentrato per soluzione per infusione uso endovenoso – 1 flaconcino da 15 ml (20 mg/ml) – A.I.C. n. 037150012/E (in base 10) in classe di rimborsabilità H.
Dati di sicurezza su natalizumab
Natalizumab aumenta il rischio di LMP (leucoencefalopatia multifocale progressiva). I fattori di rischio riconducibili all’insorgenza di LMP sono:
- presenza di anticorpi contro il virus JC,
- uso pregresso di immunosoppressori,
- trattamento prolungato con natalizumab.
In presenza di tutti e tre i fattori è maggiore il rischio d’insorgenza di LMP. Il prescrittore, nell’iniziare e proseguire il trattamento con natalizumab, deve valutare se i benefici attesi dal medicinale siano sufficienti per compensare questo rischio.
Inoltre natalizumab aumenta il rischio d’insorgenza e di casi gravi, potenzialmente letali e talvolta fatali di encefalite e meningite causate dai virus di herpes simplex e varicella zoster.
Danni epatici clinicamente significativi, tra i quali insufficienza epatica acuta con necessità di trapianto, si sono verificati anche nella fase successiva alla commercializzazione.
Altri eventi avversi gravi riscontrati nei pazienti trattati con natalizumab includono reazioni di ipersensibilità (es. anafilassi), diminuzione della conta linfocitaria e infezioni.