Dati real-world sulla funzione renale dei pazienti trattati con rivaroxaban per la fibrillazione atriale non valvolare (FANV) provengono dallo studio di coorte ANTENNA. Mostrano rischi e tassi di declino della funzione renale significativamente ridotti nei pazienti che ricevono rivaroxaban nel tempo, rispetto ai pazienti trattati con warfarin.
Questi risultati contribuiscono all’evidenza dei vantaggi del trattamento con rivaroxaban nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare e supportano i precedenti di un altro ampio studio real life che mostrava come il trattamento di pazienti FANV con i direct oral anticoagulant (DOAC) riduca significativamente il rischio di compromissione della funzione renale a lungo termine, rispetto a quelli trattati con un antagonista della vitamina K (VKA).
Lo Studio ANTENNA sulla funzione renale dei pazienti trattati con rivaroxaban
ANTENNA (Adverse ReNal OuTcomEs in patients with NoN-Valvular Atrial fibrillation treated with Rivaroxaban or Vitamin K Antagonists) è uno studio di coorte basato su una popolazione che includeva 11.652 pazienti del Regno Unito, condotto utilizzando le cartelle cliniche elettroniche di assistenza primaria dell’IQVIA Medical Research Data (precedentemente database THIN).
Lo studio aveva l’obiettivo di determinare l’incidenza di compromissione della funzione renale tra i pazienti FANV con funzione renale normale, che ricevevano:
- rivaroxaban 20 mg/die o
- warfarin.
Gli endpoint dello studio includevano:
- il raddoppio dei livelli di creatinina sierica,
- la compromissione della funzione renale misurata dalla velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) ≥30%,
- l’incidenza di insufficienza renale allo stadio terminale.
Una eGFR di ≥50 ml/min/1,73 m2 definiva la funzione renale normale
Dopo un follow-up medio di 2,5 anni, i pazienti con FANV trattati con rivaroxaban, con una funzione renale non compromessa al momento dell’inizio della terapia anticoagulante, avevano un rischio e un tasso significativamente inferiori di declino della funzionalità renale, rispetto ai pazienti che avevano assunto warfarin.
In particolare, i dati dello studio ANTENNA mostrano che il declino medio della funzionalità renale durante il periodo di studio è stato più lento di circa il 20% nella coorte rivaroxaban (riduzione dell’eGFR di 1,65 ml/min/1,73 m2 all’anno) rispetto alla coorte warfarin (riduzione dell’eGFR di 2,03 ml/min/1,73 m2 all’anno).
Il rischio di una riduzione del 30% o più dell’eGFR in qualsiasi momento è stato diminuito del 24% (HR 0,76; intervallo di confidenza (CI) 0,67-0,86) nella coorte rivaroxaban. Il rischio del raddoppio della creatinina sierica inoltre è stato abbassato del 37% (HR 0,63; CI 0,49-0,81) nella medesima coorte.