La carenza di farmaci sta diventando sempre più una situazione ricorrente e ormai è nella cronaca da mesi, se non anni. Tuttavia le informazioni e le indicazioni riguardo questa situazione sono molto confuse e contribuiscono a diffondere il panico tra tutti gli attori della filiera farmaceutica.
I problemi legati alla carenza di farmaci si verificano già dal principio: non esiste infatti una definizione unica del fenomeno e ciò contribuisce a creare ancora più confusione.
Sia per il PGEU, Gruppo farmaceutico dell’Unione Europea, sia per l’AIFA, Agenzia italiana del farmaco, con carenza si intende:
Ogni impossibilità, anche temporanea, per una farmacia di comunità od ospedaliera di fornire ai pazienti i prodotti medicinali richiesti, dovendo rimediare dispensando farmaci equivalenti o addirittura interrompendo il corso di una terapia medica
La carenza di farmaci, in particolare, è dovuta a problemi di produzione, collegabili all’aumento dei costi, al basso profitto di farmaci, soprattutto quelli obsoleti e non più protetti da brevetto, ma anche all’irreperibilità dei principi attivi e all’incremento della richiesta.
Ogni anno il PGEU conduce un sondaggio sulla carenza dei farmaci, sfruttando direttamente i feedback dei Paesi membri per valutare la situazione e organizzare delle misure che regolino il fenomeno.
Quello che è emerso dal sondaggio del 2022 è preoccupante: 22 Paesi su 29 affermano che la situazione, invece di migliorare, è peggiorata, con una moda di circa 600 farmaci carenti contro i 300 dell’anno precedente. Questa irreperibilità non interessa solo farmaci salvavita, ma anche i comuni farmaci di massa come l’ibuprofene.
La mancanza di farmaci comporta uno spreco di risorse, in quanto le farmacie devono investire tempo e denaro per cercare di limitare i danni, con conseguente perdita economica e diminuzione dell’efficienza delle cure. La situazione causa inconvenienti anche ai pazienti, che sono obbligati a tornare dal medico di base per farsi cambiare la ricetta o addirittura rischiano di dover sospendere le proprie terapie quando non sono presenti farmaci generici.
Il PGEU propone una serie di soluzioni che possono essere messe in atto quando si verifica una carenza di farmaci:
- Se e quando possibile sostituire le terapie con dei farmaci equivalenti, previa autorizzazione del medico curante
- Sfruttare le conoscenze e le capacità dei farmacisti per creare dei galenici, anche se spesso non sono rimborsabili
- Reperire i farmaci da fonti alternative, ovvero chiedere direttamente alle case farmaceutiche
- Importare da altri Paesi membri, senza incappare nel parallel trade, ovvero l’acquisto da Paesi che lucrano rivendendo i farmaci a prezzi più elevati dopo averli acquistati dove costa meno
Un’altra soluzione, forse quella fondamentale e permanente, è lavorare per rafforzare la comunicazione tra tutti gli attori della filiera farmaceutica. L’obiettivo è di creare una rete funzionale che rafforzi la comunicazione tra i farmacisti, che sono in grado di cogliere i primi segnali di una carenza, e tutti gli enti responsabili, in modo che si abbiano almeno informazioni sulla gravità e la durata del fenomeno.
In Italia in particolare, AIFA e il Ministero della Salute aggiornano periodicamente una lista di farmaci che sono a rischio, per evitare che vengano esportati in altri Paesi richiedenti e per mettere al corrente i farmacisti.
Inoltre, nel 2015 è stato istituito il Tavolo tecnico indisponibilità, un gruppo operativo che coinvolge AIFA, Ministero della Salute, Carabinieri NAS, produttori, distributori e rivenditori. Il suo compito è di garantire il corretto funzionamento del sistema distributivo, prevenendo e limitando le distorsioni del mercato dei medicinali.
È necessario che le aziende possano comunicare in maniera più efficacie la carenza dei farmaci e perciò, lo scorso 11 maggio, il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Semplificazioni 2023. Nel documento che tratta la semplificazione dei procedimenti amministrativi e delle misure in materia farmaceutica e sanitaria, alcune delle norme affrontano direttamente il problema della carenza dei farmaci:
- In caso di interruzione temporanea o definitiva di un farmaco, la comunicazione deve essere tempestiva e deve arrivare entro due mesi, non più entro quattro, e deve riguardare le singole confezioni dei medicinali
- La ricetta elettronica è ora strutturale, facilitando la vita dei pazienti che non dovranno più recarsi negli studi medici per ritirare la ricetta cartacea
- Le prescrizioni per pazienti cronici hanno ora validità illimitata, garantendo ogni volta la copertura di trenta giorni di terapia
Nonostante siano state prese queste misure, il Ministro della salute Orazio Schillaci ritiene che la situazione sia molto meno preoccupante di quanto sembri. Infatti, di tutti i medicinali inseriti nella lista delle carenze AIFA, solo trenta risulterebbero senza equivalenti. La problematica sarebbe quindi solo frutto di una comunicazione allarmistica, che spinge i cittadini a fare scorte di medicinali inutilmente.
Per riuscire ad affrontare correttamente il fenomeno, dati alla mano, è quindi necessario continuare a segnalare tutti i farmaci carenti. In particolare, è ancora possibile partecipare al sondaggio condotto dalla EAHP, l’Associazione europea di farmacisti ospedalieri, per affrontare la carenza di farmaci e dispositivi in ambiente ospedaliero.