HomeCOVID-19Farmaci per COVID-19Studi su anakinra per COVID-19

Studi su anakinra per COVID-19

Le principali evidenze disponibili su anakinra utilizzate dall'Agenzia Italiana del Farmaco per raccomandarne l'uso come trattamento di adulti ospedalizzati con polmonite da COVID-19 moderata/severa e con livelli di plasma Soluble Urokinase-Type Plasminogen Activator Receptor (suPAR) ≥ 6ng/ml

AIFA fornisce elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto benefici/rischi di anakinra nei singoli pazienti. Fra tali elementi, presenta una rassegna delle principali evidenze disponibili ricavate dagli studi su anakinra per COVID-19.

Studi clinici randomizzati su anakinra per COVID-19

Studio REMAP-CAP – Terapie immunomodulanti (tocilizumab, sarilumab, anakinra e interferone beta) vs terapia standard non immunomodulante

Il 25/06/2021 sono stati pubblicati in forma di pre-print i risultati finali relativi al domain di terapie immunomodulanti antiIL-6 e anti-IL-1 di REMAP-CAP (Randomized, Embedded, Multifactorial Adaptive Platform Trial for Community-Acquired Pneumonia), ampia piattaforma di trial open-label, multi-domain, adattivo che valuta l’efficacia di diverse opzioni terapeutiche per pazienti COVID-19 ospedalizzati.

Il domain relativo alle terapie immunomodulanti prevedeva l’arruolamento di pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva, che, entro 24 ore dall’inizio di una terapia di supporto d’organo, venivano randomizzati a:

  • tocilizumab (8 mg/kg; n=952),
  • sarilumab (400 mg; n=485),
  • anakinra (300 mg in loading-dose e poi 100 mg ogni 6 ore per 14 giorni; n=373),
  • interferone beta (n=21),
  • terapia standard non immunomodulante (n=418).

Tutti i soggetti, tranne 4, ricevevano supporto respiratorio all’arruolamento: ventilazione meccanica non invasiva nel 42,9% o invasiva nel 32,9% dei soggetti. La terapia concomitante con steroidi era assunta dall’81,3% dei partecipanti e remdesivir dal 28,6%.

Risultati dello studio REMAP-CAP

Il numero mediano di giorni senza supporto d’organo è stato:

  • 7 (IQR –1, 16) per tocilizumab OR aggiustato 1,46 (95%CrI 1,13, 1,87), probabilità di superiorità a posteriori del 99,8% vs controllo,
  • 9 (IQR –1, 17) per sarilumab OR aggiustato 1,50 (95%CrI 1,13, 2,00) probabilità di superiorità a posteriori del 99,8% vs controllo,
  • 0 (IQR –1, 15) per anakinra OR aggiustato 0,99 (95%CrI 0,74, 1,35) probabilità di superiorità a posteriori del 46,6% vs controllo,
  • 0 (IQR –1, 15) per il braccio di controllo.

OR aggiustati considerando la sopravvivenza:

  • 1,42 (95%CrI 1,05,1,93) per tocilizumab, probabilità a posteriori di superiorità del 98,8% vs controllo,
  • 1,51 (95%CrI 1,06, 2,20) per sarilumab, probabilità a posteriori di superiorità del 98,8% vs controllo,
  • 0,97 (95%CrI 0,66, 1,40) per anakinra, probabilità a posteriori di superiorità del 43,6% vs controllo.

I risultati del domain immuno-modulante di REMAP-CAP suggeriscono che, nella specifica popolazione di pazienti con COVID-19 grave che ricevono supporto d’organo, anakinra non sia efficace.

Studio SAVE-MORE su anakinra per COVID-19

Lo studio SAVE-MORE (suPAR-guided Anakinra treatment for Validation of the risk and Early Management Of seveRE respiratory failure by COVID-19) ha l’obiettivo specifico di valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l’insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell’attivatore del plasminogeno urochinasi solubile). suPAR è un biomarcatore del plasma usato come strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce ed è già stato associato a prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

SAVE-MORE è uno studio randomizzato di fase III, in doppio-cieco, multicentrico condotto in Grecia e in Italia.

Ha arruolato soggetti adulti ricoverati in ospedale con diagnosi molecolare di infezione da SARS-CoV-2, con coinvolgimento polmonare (ma con Pa/FiO2 >150 e non sottoposti a ventilazione invasiva o non-invasiva) e con suPAR >6 ng/ml.

I partecipanti erano randomizzati (1:2) a ricevere placebo o anakinra (100 mg/die sc per 7-10 giorni), in aggiunta al trattamento SoC: desametasone 6 mg/die per 10 giorni per le forme severe e remdesivir secondo discrezione dello sperimentatore (usato nel 71,9% dei soggetti); l’utilizzo di altri farmaci biologici non era invece consentito.

L’endpoint primario consisteva nelle distribuzioni delle frequenze degli score sulla scala comparativa di progressione clinica a 11 punti dell’OMS (CPS) a 28 giorni.

Lo studio ha valutato 594 soggetti (189 nel braccio placebo e 405 nel braccio anakinra) per l’analisi primaria di efficacia.

L’età media della popolazione arruolata era di 62 anni, allo screening il 18,4% dei partecipanti (14,3% nel gruppo placebo e 20,2% nel gruppo anakinra) avevano polmonite moderata, mentre l’81,6% aveva polmonite severa (85,7% nel gruppo placebo e 79,8 nel gruppo anakinra). Le altre caratteristiche cliniche erano omogeneamente distribuite tra i due gruppi in studio.

Risultati dello studio SAVE-MORE

L’analisi dell’endpoint primario ha mostrato miglioramento complessivo dello stato clinico nei soggetti in trattamento con anakinra rispetto al braccio placebo (OR 0,36 di peggioramento dello score a 11 punti WHO-CPS a 28 giorni; 95%CI 0,26-0,50).

In particolare, il 50,4% (204/405) dei soggetti che ricevevano anakinra erano classificabili come guarigione completa senza riscontro di viremia al giorno 28 rispetto a 26,5% (50/189) di soggetti nel gruppo placebo.

Un effetto protettivo era evidente anche in analisi confermatorie richieste dopo un advice con EMA-ETF: il numero di pazienti progrediti verso l’insufficienza respiratoria grave (IRG) o la morte è stato minore nel gruppo di soggetti trattati con anakinra (OR 0,46; 95%CI 0,26-0,83), così come è aumentato il numero di pazienti dimessi dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19 (OR 0,36, 95%CI 0,25-0,53). Anche la mortalità a 28 giorni è stata inferiore del 55% tra pazienti nel braccio anakinra (3,2%) rispetto al braccio sola SoC (6,9%). I cambiamenti positivi nel miglioramento complessivo e la riduzione della progressione verso la IRG o la morte erano evidenti al 14° giorno.

Infine, nel gruppo di pazienti con anakinra si registrava una riduzione dei tempi di degenza in ICU e in ospedale.

Dati di sicurezza dello studio SAVE-MORE

L’incidenza degli eventi avversi gravi dovuti al trattamento (TEAEs) è stata inferiore nel braccio anakinra e SoC rispetto al braccio SoC. L’incidenza di TEAEs non gravi invece era simile in entrambi i gruppi.

La prima pubblicazione in forma di pre-print di SAVE-MORE cui si riferiscono i dati riportati da AIFA risale al 18/05/2021. Nature ha poi pubblicato lo studio il 3/09/2021.

Kyriazopoulou E, Poulakou G, Milionis H, et al. Early treatment of COVID-19 with anakinra guided by soluble urokinase plasminogen receptor plasma levels: a double-blind, randomized controlled phase 3 trial. Nat Med. 2021 Sep 3. doi: 10.1038/s41591-021-01499-z. Epub ahead of print. PMID: 34480127.

Studio SAVE

Lo studio SAVE-MORE è lo studio confirmatorio di un piccolo studio clinico a braccio singolo, in aperto, lo studio SAVE – suPAR-guided Anakinra treatment for Validation of the risk and Early management of severe respiratory failure by COVID-19, [Kyriazopoulou E, et al. 2021]).

SAVE aveva l’obiettivo di valutare se la somministrazione precoce di anakinra (100 mg SC QD per 10 giorni) in soggetti con LRTI per SARS-CoV-2 e suPAR >6ng/ml potesse prevenire lo sviluppo di insufficienza respiratoria severa (SRF, definita come riduzione di pO2/FiO2<150 o necessità di MV o NIV).

Sono stati inclusi 130 soggetti trattati con anakinra, per i quali sono stati selezionati altrettanti controlli con tecnica di propensity-scrore matching.

Dati dello studio SAVE

Il 22,3% dei soggetti (n=29/130) in trattamento con anakinra e il 59,2% (n=77/170) dei comparatori è progredito in SRF (HR 0,30; 95% CI, 0,20-0,46).

La mortalità a 30 giorni è stata rispettivamente dell’11,5% e del 22,3% (RR 0,49; 95% CI 0,25-0,97).

Anakinra è stato associato alla diminuzione dei livelli di interleuchina (IL)-6, sCD163 e sIL2-R circolanti.

L’incidenza di eventi avversi (AE) e di eventi avversi gravi (SAE) rilevati durante il periodo di studio di 14 giorni non è stata maggiore nel gruppo anakinra rispetto ai comparatori, con l’eccezione della leucopenia che ha mostrato una tendenza a essere più elevata nel gruppo anakinra.

Il parametro suPAR per l’individuazione dei pazienti COVID-19 a rischio di progressione all’insufficienza respiratoria

Gli studi, SAVE e SAVE-MORE, hanno utilizzato un marcatore specifico, il recettore dell’attivatore del plasminogeno urochinasi solubile (suPAR), per individuare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione all’insufficienza respiratoria.

Studio CORIMUNO-ANA-1

CORIMUNO-ANA-1 è un trial multicentrico, in aperto, con approccio Bayesano, nested all’interno della coorte CORIMUNO-19. Ha arruolato soggetti con infezione confermata da SARS-CoV-2, polmonite da COVID-19 di severità lieve-moderata con uno score 5 sulla WHO Clinical Progression Scale (WHO-CPS) che richiedessero supplementazione con O2>3l/min ma non in assistenza ventilatoria, e che avessero concentrazioni di CRP>25 mg/l.

I pazienti sono stati randomizzati 1:1 al trattamento con ankinra (200 mg BID nei giorni 1, 2 e 3, 100 mg BID il giorno 4, 100 mg QD il giorno 5) in aggiunta allo SoC o solo SoC.

I due co-primary endpoint di efficacia erano la proporzione di soggetti deceduti o con necessità di ventilazione meccanica (WHO-CPS>6) al giorno 4 e la proporzione di soggetti sopravvissuti senza necessità di ventilazione meccanica al giorno 14.

Nel periodo 8-26 aprile 2020, sono stati screenati 153 soggetti.

Il comitato di monitoraggio dei dati e della sicurezza (DSMB) ha interrotto lo studio in anticipo per futility  dopo il reclutamento di 116 pazienti (59 randomizzati al gruppo anakinra e 57 al gruppo SoC).

Nella popolazione analizzabile, l’età media era di 66 anni (IQR da 59 a 76) e 80 (70%) partecipanti erano uomini. Al baseline la prevalenza di utilizzo di anticoagulanti era pari a 59% nel gruppo anakinra e la 53% nel gruppo SoC, quella di glucocorticoidi era pari a 10% vs 15%, mentre durante il trial l’utilizzo aumentava, rispettivamente, fino a prevalenze di 90% vs 89% e di 51% vs 53%.

Dati dello studio CORIMUNO-ANA-1 su anakinra per COVID-19

Nel gruppo anakinra, 21/59 (36%) pazienti avevano un punteggio WHO-CPS superiore a 5 al giorno 4 vs 21/55 (38%) nel gruppo SoC (differenza di rischio assoluto posteriore mediano [ARD] -2,5%, 90%CI da –17,1 a 12,0), con una probabilità a posteriori di ARD inferiore a 0 (cioè, anakinra migliore rispetto a SoC) pari al 61,2%.

Al giorno 14, 28 pazienti nel gruppo anakinra (47%; 95% CI da 33 a 59) e 28 nel gruppo SoC (51%; 95% CI da 36 a 62) ha avuto bisogno di ventilazione o è deceduto, con una probabilità a posteriori di qualsiasi efficacia di anakinra (rapporto di rischio [HR] <1) del 54,5% (HR mediana posteriore 0,97; 90% CrI da 0,62 a 1,52).

Al giorno 90, si registrava una prevalenza di decessi in entrambi i gruppi in studio del 27%.

Eventi avversi gravi si sono verificati in 27 (46%) pazienti nel gruppo anakinra e 21 (38%) nel gruppo SoC (p=0,45).

[CORIMUNO-19 Collaborative group. Effect of anakinra versus usual care in adults in hospital with COVID19 and mild-to-moderate pneumonia (CORIMUNO-ANA-1): a randomised controlled trial. Lancet Respir Med. 2021 Mar;9(3):295-304. doi: 10.1016/S2213-2600(20)30556-7. Epub 2021 Jan 22. PMID: 33493450;
PMCID: PMC7825875].

Studi osservazionali

Numerosi studi osservazionali  prospettici e retrospettivi hanno valutato l’utilizzo di anakinra nei pazienti COVID-19.

Anakinra for severe forms of COVID-19: a cohort study

Huet et al. hanno effettuato uno studio di coorte con controllo storico condotto nel centro francese Groupe Hospitalier Paris Saint-Joseph. Dal 24 marzo al 6 aprile 2020, 52 pazienti sono stati inclusi nel gruppo anakinra e 44 controlli storici sono stati identificati.

L’outcome composito di ingresso in terapia intensiva per ventilazione meccanica invasiva o di morte si è verificato in 13 (25%) pazienti nel gruppo anakinra e 32 (73%) pazienti nel gruppo storico (hazard ratio [HR] 0,22 [IC 95% 0,11–0,41; p<0,0001).

L’effetto del trattamento di anakinra è rimasto significativo nell’analisi multivariata (HR 0,22 [IC 95% 0,10–0,49]; p=0,0002).

Un aumento delle aminotransferasi epatiche si è verificato in 7 (13%) pazienti nel gruppo anakinra e 4 (9%) pazienti nel gruppo storico.

[Huet T, Beaussier H, Voisin O, et al. Anakinra for severe forms of COVID-19: a cohort study. Lancet Rheumatol. 2020 Jul;2(7):e393-e400. doi: 10.1016/S2665-9913(20)30164-8. Epub 2020 May 29. PMID: 32835245; PMCID: PMC7259909].

Interleukin-1 blockade with high-dose anakinra in patients with COVID-19, acute respiratory distress syndrome, and hyperinflammation: a retrospective cohort study

Cavalli G et al. hanno effettuato un piccolo studio monocentrico retrospettivo di coorte per valutare l’efficacia della somministrazione off label di anakinra ad alto dosaggio per via endovenosa, alla dose di 5 mg/kg due volte al giorno, in pazienti adulti non ventilati meccanicamente, con polmonite da COVID-19, con ipossia da moderata a grave e iperinfiammazione.

Gli autori hanno confrontato i risultati ottenuti in questo gruppo di pazienti con quelli di 16 soggetti che hanno ricevuto il trattamento standard usato in quel momento (200 mg idrossiclorochina 2 volte al giorno e lopinavir 400 mg con ritonavir 100 mg due volte al giorno) e con quelli di 7 pazienti trattati con basse dosi di anakinra (100 mg due volte al giorno per via sottocutanea).

Erano inclusi nello studio soggetti con ARDS moderata o severa, PaO2/FiO2 ≤ 200 con positive end-expiratory pressure [PEEP] di almeno 5 cm H2O e iperinfiammazione (proteina C-reattiva ≥ 100 mg/l o ferritina ≥ 900 ng/ml).

Sono stati trattati 29 pazienti (24 uomini e 4 donne, età media 62 anni) con COVID-19, con ARDS da moderata a severa e con iperinfiammazione. Tutti i pazienti dello studio erano sottoposti a ventilazione meccanica non invasiva CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) e non si trovavano in terapia intensiva.

La durata mediana del trattamento è stata di nove giorni, e il trattamento è stato protratto fino al raggiungimento del beneficio clinico, cioè riduzione del 75% della proteina C-reattiva e miglioramento respiratorio (definito come PiO2/Fio2 >200) per almeno due giorni, o fino alla morte.

Dati dello studio su anakinra ad alto dosaggio

Dopo 21 giorni, 21 pazienti trattati con anakinra ad alte dosi (72%) avevano una funzione respiratoria migliorata: 13 (45%) pazienti sono stati dimessi dall’ospedale, 3 (10%) non avevano più bisogno di ossigeno supplementare, 3 (10%) ricevevano ossigeno supplementare a basso flusso e 2 (7%) erano nella fase di svezzamento da CPAP e non avevano più ARDS. Degli 8 pazienti che non avevano funzione respiratoria migliorata, 5 (17%) erano in ventilazione meccanica e 3 (10%) sono deceduti.

Nel gruppo che ha ricevuto il trattamento standard sono stati osservati miglioramenti respiratori in 8 (50%) pazienti: 7 (44%) sono stati dimessi dall’ospedale e 1 (6%) risultava ancora ricoverato e riceveva ossigeno supplementare a basso flusso. Degli 8 pazienti che non hanno mostrato miglioramenti respiratori, 1 (6%) era in ventilazione meccanica e 7 (44%) sono morti.

Rispetto al trattamento standard, anakinra ad alte dosi è stato associato a un tasso di sopravvivenza più elevato a 21 giorni, con una sopravvivenza cumulativa del 90% nel gruppo anakinra rispetto al 56% nel gruppo di trattamento standard (p=0,009).

Tutti i pazienti, nel complesso, hanno tollerato bene anakinra ad alte dosi. Tuttavia, 7 pazienti (24%) hanno interrotto il trattamento per eventi avversi dopo una durata mediana di 9 giorni. In particolare, 4 pazienti (14%) avevano batteriemia, mentre 3 (10%) mostravano un aumento degli enzimi epatici sierici. Alla sospensione del trattamento non sono seguite recidive di infiammazione sistemica o disfunzioni respiratorie.

[Cavalli G, De Luca G, Campochiaro C, et al. Interleukin-1 blockade with high-dose anakinra in patients with COVID-19, acute respiratory distress syndrome, and hyperinflammation: a retrospective cohort study. Lancet Rheumatol. 2020 Jun;2(6):e325-e331. doi: 10.1016/S2665-9913(20)30127-2. Epub 2020 May 7. PMID: 32501454; PMCID: PMC7252085].

Interleukin-1 and interleukin-6 inhibition compared with standard management in patients with COVID-19 and hyperinflammation: a cohort study

Uno studio di coorte condotto su pazienti con COVID-19 grave e insufficienza respiratoria che hanno sviluppato una risposta iperinfiammatoria al virus, ha valutato la risposta alla somministrazione off label di anakinra ad alte dosi, tocilizumab o sarilumab rispetto al gruppo di confronto trattato con idrossiclorochina, un antivirale e un antibiotico. Erano inclusi nello studio soggetti con insufficienza respiratoria (PaO2/FiO2 ≤ 300 mm) ma non in ventilazione meccanica e con iperinfiammazione (proteina C-reattiva ≥ 100 mg/l o ferritina ≥ 900 ng/ml).

Tra il 25 febbraio 2020 e il 20 maggio 2020 presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele (MI), sono stati arruolati 392 pazienti con COVID-19, insufficienza respiratoria e iperinfiammazione che hanno ricevuto i seguenti trattamenti:

  • 62 pazienti (16%) hanno ricevuto l’inibitore dell’IL-1 anakinra (somministrato off-label per via endovenosa alla dose di 5 mg/kg due volte al giorno fino al beneficio clinico);
  • 55 pazienti (14%) hanno ricevuto un inibitore dell’IL-6 (29 tocilizumab off-label per via endovenosa come dose singola di 400 mg, ripetuta dopo 24 ore se la funzione respiratoria è ulteriormente peggiorata; 26 sarilumab off-label , come dose singola di 400 mg per via endovenosa);
  • 275 pazienti (70%) hanno ricevuto lo SoC del momento, rappresentato da idrossiclorochina e terapia antibiotica e antivirale.

I tre gruppi di trattamento non erano bene bilanciati per le principali caratteristiche cliniche al baseline.

Dati dello studio di confronto tra inibitori di IL-1, di IL-6 e SoC

Il tasso di sopravvivenza a 28 giorni è stato valutato tramite curva di Kaplan-Meier ed è stato del:

  • 68% (CI 95% 61-75) nei pazienti che non hanno ricevuto alcun inibitore dell’interleuchina,
  • 86% (CI 95% 74-100) nei pazienti trattati con inibitori dell’IL-1,
  • 82% (CI 95% 69-97) nei pazienti trattati con inibitori dell’IL-6.

L’analisi multivariata ha mostrato un rischio di mortalità significativamente ridotto nei pazienti trattati con anakinra rispetto ai pazienti che non hanno ricevuto inibitori dell’interleuchina (hazard ratio 0,450, CI 95% 0,204-0,990, p = 0,047), ma non in quelli trattati con inibitori di IL-6 (hazard ratio 0,900, CI 95% 0,412-1,966; p = 0,99).

Il trattamento con glucocorticoidi non è risultato associato a riduzioni significative della mortalità e ad esiti clinici avversi.

Il beneficio del trattamento con inibitori dell’IL-6 era più pronunciato per concentrazioni crescenti di proteina C-reattiva nel siero, mentre per concentrazioni decrescenti di lattato deidrogenasi sierica i pazienti trattati con un inibitore dell’IL-1 e con inibitori dell’IL-6 avevano un rischio ridotto di mortalità.

[Cavalli G, Larcher A, Tomelleri A, et al. Interleukin-1 and interleukin-6 inhibition compared with standard management in patients with COVID-19 and hyperinflammation: a cohort study. Lancet Rheumatol. 2021 Apr;3(4):e253-e261. doi: 10.1016/S2665-9913(21)00012-6. Epub 2021 Feb 3. PMID: 33655218; PMCID:PMC7906668].

Revisioni scientifiche e meta-analisi

Revisioni scientifiche e meta-analisi aggiornate in tempo reale (“living systematic review and network meta-analysis”) condotte da importanti gruppi di ricerca sintetizzano i risultati di studi clinici di volta in volta disponibili.

Living systematic review curata dal gruppo Cochrane

In una delle principali living systematic review, curata dal gruppo Cochrane in collaborazione con diverse istituzioni universitarie e di ricerca, l’analisi dei dati disponibili derivanti da RCT, aggiornata al 15/09/2021, conferma:

  • effetto protettivo di anakinra per l’outcome di miglioramento clinico a 28 giorni (RR 1,12; 95%CI 1,03-1,21)
  • tendenza favorevole, seppur non statisticamente significativa ad un effetto protettivo di anakinra su outcome di mortalità a 28 giorni (RR 0,69; 95%CI 0,34-1,39) e di tempo al miglioramento clinico (RR 1,15; 95%CI 0,91-1,45).

Tuttavia l’analisi considera soltanto due trial e tutto l’effetto è di fatto attribuibile allo studio SAVE-MORE.

Revisione sistematica e meta-analisi su dati aggregati e patient-level su 9 studi clinici

Il 09/08/2021 Lancet Rheumatol ha pubblicato i dati di una revisione sistematica e meta-analisi su dati aggregati e patient-level che ha analizzato 8 studi osservazionali e il trial randomizzato CORIMUNO-19, su 1185 soggetti in totale valutabili per l’analisi aggregata (509 trattati con anakinra e 676 controlli) e 859 soggetti valutabili a livello patient-level.

Nella meta-analisi a livello di singolo paziente, dopo aver aggiustato per età, comorbilità, rapporto PaO₂/FiO₂ al baseline, concentrazioni di proteina C-reattiva (CRP) e linfopenia, la mortalità era significativamente più bassa nei pazienti trattati con anakinra (38 [11%] su 342) rispetto a quelli che hanno ricevuto cure standard con o senza placebo (137 [25%] di 553; odds ratio aggiustato [OR] 0,32 [IC 95% 0,20–0,51]).

In una analisi per sottogruppi, anakinra è stato più efficace nel ridurre la mortalità nei pazienti con concentrazioni di CRP più elevate >100 mg/l (OR 0,28 [IC 95% 0,17–0,47]).

Anakinra ha inoltre mostrato un significativo beneficio in termini di sopravvivenza quando somministrato senza desametasone (OR 0,23 [IC 95% 0,12–0,43]), ma non con co-somministrazione di desametasone (0,72 [IC 95% 0,37-1,41]).

Infine, i dati della meta-analisi hanno dimostrato che anakinra vs SoC non era associato a un rischio significativamente aumentato di infezioni secondarie (OR 1,35 [IC 95% 0,59-3,10]).

[Kyriazopoulou E, Huet T, Cavalli G, et al, Hayem G; International Collaborative Group for Anakinra in COVID-19. Effect of anakinra on mortality in patients with COVID-19: a systematic review and patientlevel meta-analysis. Lancet Rheumatol. 2021 Aug 9. doi: 10.1016/S2665-9913(21)00216-2. Epub ahead of print. PMID: 34396156; PMCID: PMC8352496].

Meta-analisi di 9 studi su anakinra per COVID-19

Barkas F et al. hanno effettuato una meta-analisi che ha preso in considerazione 9 studi: 1 studio prospettico, 6 studi retrospettivi, 1 trial randomizzato in aperto (CORIMUNO-ANA-1) e 1 trial in aperto con propensity-matched comparators (SAVE).

L’analisi aggregata ha mostrato nel gruppo trattato con anakinra rispetto alla terapia standard o a placebo un rischio significativamente ridotto di:

  • mortalità per tutte le cause (OR 0,32; 95% CI 0,23-0,45),
  • progressione alla ventilazione meccanica invasiva (OR 0,38, 95% CI 0,17-0,85).
[Barkas F, Ntekouan SF, Kosmidou M, et al. Anakinra in hospitalized non-intubated patients with coronavirus disease 2019: a systematic review and meta-analysis. Rheumatology (Oxford). 2021 May 17:keab447. doi: 10.1093/rheumatology/keab447. Epub ahead of print. PMID: 33999135; PMCID: PMC8194671].

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