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Il preparato personalizzato nel trattamento dermatologico

Il trattamento dermatologico richiede alti livelli di personalizzazione, un aspetto che la galenica può garantire: un approfondimento nel webinar organizzato da SIFAP e SIFO nell'ambito dell'iniziativa La Galenica continua online

La normativa ricomprende nell’ambito della pediatria il bambino nato pretermine e il ragazzo di 18 anni. Ma si tratta di una categoria molto ampia che include soggetti con fisiologia molto diversa.

La pelle del neonato, fino a un anno di vita, è ancora in fase di evoluzione, di strutturazione. Dal punto di vista del pH, dell’idratazione e delle caratteristiche del microbioma, è estremamente diversa rispetto al bambino più grande.

Ad esempio, la pelle del piccolo è più idratata e meno grassa e ha una minore produzione di melanina, un aspetto che impone un uso più generoso dei filtri solari.

Trattamento dermatologico e tossicità sistemica

In questa fase della vita, la pelle è molto più suscettibile alle infezioni, partecipa al sistema di termoregolazione con un’azione meno efficiente e ha un’elevata permeabilità agli agenti topici.

Ne deriva che molti farmaci, applicati per uso topico, possono essere assorbiti e avere un effetto sistemico, causando tossicità.

Un caso piuttosto paradigmatico riguarda l’impiego del collirio di timololo, descritto da Davide Zanon, Responsabile dell’Area Galenica di SIFO e del Laboratorio Galenico della FO IRCCS Burlo Garofolo nell’ambito del suo intervento Il preparato personalizzato nel trattamento dermatologico.

I neonatologi prescrivono questo prodotto per effettuare toccature sul volto nei casi di emangioma del volto.

Ma si tratta di un farmaco poco performante se utilizzato sulla pelle: la galenica può venire in aiuto preparando qualcosa di più mirato per questo tipo di utilizzo?

No, perché non si conosce la capacità di assorbimento della cute del neonato per questo specifico farmaco e occorre evitare l’effetto sistemico del betabloccante.

Le caratteristiche della pelle del neonato

La preparazione di prodotti galenici destinati al trattamento dermatologico nel neonato deve rispettare la sua particolare fisiologia.

L’idratazione

Il calo ponderale che si verifica alla nascita rende la pelle del neonato più ruvida e secca. Nell’ottica del recupero del peso e del turgore cutaneo, è fondamentale l’allattamento. Il neonato correttamente idratato ha, intorno ai 30 giorni di vita, uno stato di idratazione massimale.

Ma il suo strato corneo non è ancora perfettamente sviluppato e trattiene poca acqua: per questo i neonati si disidratano molto facilmente.

Anche la sudorazione è debole. In generale, la perdita di acqua attraverso la pelle (TEWL) è un fattore misurabile ed esprime il livello di funzione della barriera cutanea. Si tratta di un parametro che varia in funzione dei siti nei quali viene valutato: questo aspetto deve essere considerato scegliendo il tipo di preparazione in base al sito di applicazione cui è destinata.

Il pH

Mentre il pH della pelle adulta è acido, quello alla nascita è alcalino (e compreso fra 6,4 e 7.5) e, nel corso dell’accrescimento, va incontro a graduale acidificazione.

Non dimentichiamo che l’acidità rappresenta anche un fattore di protezione della pelle e che una pelle a pH alcalino è inevitabilmente più esposta a rischi, in particolare quello della facilità alla desquamazione.

Sfruttando queste peculiarità, è possibile agire sul pH preparando prodotti in grado di modificarlo per il trattamento dermatologico delle forme desquamative.

Il microbioma

Nel neonato il microbioma è diverso anche in funzione del tipo di parto che ha avuto.

Mentre nel parto naturale la sua pelle si arricchisce dei batteri comunemente presenti a livello cutaneo, nel caso in cui sia nato da parto cesareo essa viene colonizzata prevalentemente da specie normalmente presenti a livello enterico.

La scelta degli eccipienti

Basandosi sulla guida messa a punto da FDA per la valutazione degli eccipienti, è possibile ricavare informazioni che siano di supporto alla scelta.

Gli eccipienti devono essere selezionati in base all’età del piccolo e alla durata della terapia. Nel caso delle terapie croniche, deve essere considerata anche la possibile tossicità a lungo termine.

Gli agenti occlusivi

I più usati storicamente sono paraffina liquida e vaselina bianca, che però sono derivati del petrolio e, quindi, si tende a utilizzarli solo nei casi in cui sono indispensabili.

Si tratta di composti che bloccano la perdita di acqua trans-epidermica, per trattenere l’idratazione. Tuttavia, questa perdita è fisiologica: pertanto, questi eccipienti devono essere impiegati solo quando la riduzione della perdita è desiderata.

Questo si verifica, ad esempio, in patologie come la dermatite atopica, per la quale è utile l’effetto occlusivo.

I conservanti

Le polemiche sull’uso dei conservanti in galenica hanno portato alla formazione di un pregiudizio in merito. Ma l’uso del conservante nell’allestimento di una preparazione risponde all’esigenza di garantire la qualità del prodotto e minimizzare i rischi per il paziente.

Inoltre, i conservanti correlati a tossicità (come alcuni parabeni) sono già stati banditi.

Propile e butile vengono usati in maniera diffusa.

I veicoli di un preparato dermatologico innovativo

Il preparato galenico, anche per il trattamento dermatologico, offre le garanzie della standardizzazione e della complementarietà rispetto ai prodotti industriali.

Acquisisce particolare importanza per l’allestimento di preparazioni instabili e ha il grande vantaggio della personalizzazione, che permette di adattare il prodotto al sito di applicazione a cui è destinato.

Come sottolinea Mauro Castiglioni, Consigliere SIFAP, la formulazione della base è fondamentale per il trattamento dermatologico, perché influenza l’azione di penetrazione del principio attivo.

La scelta degli eccipienti è strategica perché ha ricadute anche cospicue sulla biodisponibilità del principio attivo. Oggi sono disponibili elementi performanti che potenziano la biodisponibilità, l’ecosostenibilità e la stabilità del prodotto, semplificano la procedura di preparazione e migliorano le proprietà fisico-sensoriali.

I prodotti per uso dermatologico per eccellenza sono le emulsioni, preparazioni i cui componenti fondamentali sono emulsionanti, acqua e lipidi, mentre gli accessori sono rappresentati da conservanti, umettanti, aromi e fragranze.

Gli emulsionanti

Oggi è elevata la richiesta di prodotti di origine naturale (la galenica è sempre più green) che garantiscano stabilità con elevata compatibilità.

Fra questi, la lecitina idrogenata, presente in commercio in diverse tipologie associate ad una sensorialità più o meno marcata e a differente grado di potenziamento della penetrazione degli attivi.

I tensioattivi sono analoghi a emulsionanti dal punto di vista clinico ma differiscono per la lunghezza della catena. Fra gli alchilfosfati sono presenti prodotti molto interessanti anche per applicazione su cute lesa.

I lipidi

Costituiscono una vasta categoria di sostanze, di diversa origine.

Oggi si tende a evitare le sostanze di derivazione petrolchimica, categoria che comprende gli idrocarburi paraffinici, le isoparaffine (molto usate nella realizzazione di prodotti per il make-up) e gli idrocarburi terpenici.

Fra i lipidi vegetali, si fa ampio utilizzo degli oli, fra cui l’olio di macadamia e l’olio di Karanja (relativamente nuovo in galenica e ricco in acido linoleico e oleico) e dei burri, il più noto dei quali è il burro di karitè.

I lipidi vegetali devono essere usati in associazione ad antiossidanti, per evitare l’irrancidimento.

Modificatori reologici

Possono essere naturali, naturali modificati o sintetici.

Fra quelli di particolare interesse, la Dehydroxanthan Gum, utile per la preparazione di preparati per il peeling destinati alla medicina estetica. Questo modificatore reologico permette l’allestimento di gel estremamente stabili.

I modificatori reologici sono utili anche per allestimento di lipogel, formulazioni che possono contenere cortisonici.

Siliconi

I siliconi costituiscono un gruppo estremamente vasto ed eterogeneo.

Sono al centro di molti dibattiti, ma se usati a basse concentrazioni e bassi pesi molecolari possono offrire risultati molto interessanti.

Conservanti

Oggi la frontiera dell’innovazione in questo settore è rappresentata dai conservanti-non conservanti, composti di recente introduzione come il Sodio Caproyl Prolinate.

I controlli previsti dalla Farmacopea

Nicola Nigri (Area Galenica SIFO) ricorda quali sono i principali controlli previsti in Farmacopea per questi prodotti, diretti in parte alle procedure e in parte alle caratteristiche del prodotto.

Tutti i preparati per il trattamento dermatologico che devono essere applicati su cute lesa (polveri, preparazioni liquide e semi-solide) devono soddisfare il saggio di sterilità.

Per le emulsioni è prevista anche la verifica della ridispersibilità fra le fasi.

Per i cerotti trans-dermici, prodotti la cui applicazione è prevista su cute integra, sono previsti i saggi di dissoluzione, di dose rilasciata nell’unità di tempo e del tempo di rilascio.

 

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