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Studio su immunonutrizione come potenziatore delle terapie antineoplastiche

Nuove evidenze scientifiche mostrano che l’immunonutrizione modula il microambiente tumorale e svolge un’azione protettiva dall’aumento dei marker infiammatori alla base dello sviluppo tumorale

I risultati di uno studio pilota prospettico evidenziano che tumore e infiammazione sono influenzati dall’azione sinergica di 3 nutrienti alla base dell’immunonutrizione:

  • arginina,
  • acidi grassi omega-3,
  • nucleotidi.

Lo studio guidato da Franco Roviello, direttore UOC Chirurgia Oncologica AOU Senese, pubblicato su “Clinical Nutrition ESPEN” e intitolato “Immunonutrizione orale pre-operatoria nei pazienti oncologici chirurgici gastrointestinali: come il microambiente tumorale può essere modificato” individua nella modulazione del microambiente tumorale e nell’attivazione del sistema immunitario i principali benefici dell’immunonutrizione.

Franco Roviello sottolinea che in letteratura erano già presenti studi sull’immunonutrizione per i pazienti oncologici. Tali studi ne evidenziavano i benefici ma non facevano luce sul meccanismo d’azione e sulla variazione indotta al microambiente tumorale. Perciò ha voluto indagare questi aspetti in particolare in pazienti con neoplasie del tratto gastro-intestinale sottoposti a trattamenti chirurgici.

Studi sulla terapia nutrizionale

La ricerca scientifica sull’immunonutrizione vanta una storia trentennale: i primi studi sugli effetti dei singoli immunonutrienti risalgono infatti agli anni 80. Nel tempo hanno coinvolto oltre 2500 pazienti e sono stati oggetto di oltre 20 pubblicazioni.

Tutte le evidenze raccolte dalle meta-analisi svolte finora evidenziano in particolare che l’immunonutrizione peri operatoria, somministrata a pazienti malnutriti e/o normo nutriti sottoposti a interventi di chirurgia addominale e ORL ha consentito di:

  • ridurre significativamente le complicanze postoperatorie, tra le quali ascessi addominali (nel 57% dei casi), infezioni della ferita (nel 39% dei pazienti), deiscenze anastomotiche (nel 48% dei casi)
  • diminuire la degenza ospedaliera di circa 2,5 – 2,9 giorni,
  • risparmiare il 40% sui costi ospedalieri per la gestione delle complicanze, stimati pari a circa 1250 € per ricovero.

Benefici sono stati osservati durante il trattamento oncologico, tanto da far ritenere l’immunonutrizione un potenziatore delle terapie antineoplastiche.

Studio sull’immunonutrizione in pazienti con neoplasie del tratto gastro-intestinale sottoposti a trattamenti chirurgici

La ricerca è stata condotta su 24 pazienti (16 casi e 8 controllo) con tumori allo stomaco (50%) e colon-retto (50%) in stadio II e III con età media 78,5 anni (44-90 anni).

Per 7 giorni prima della chirurgia, i 16 pazienti presi in esame sono stati trattati con 2 brick/die di Impact Oral, formula unica immunonutrizionale assieme a Impact Enteral con un contenuto sinergico di arginina, acidi grassi ω-3 e nucleotidi dell’acido ribonucleico, in linea con il profilo compositivo, creato da Nestlé Health Science, raccomandato dalle linee guida per la chirurgia oncologica internazionali e nazionali, con un livello di raccomandazione A.

immunonutrizione come potenziatore delle terapie antineoplastiche

Risultati dello studio su immunonutrizione come potenziatore delle terapie antineoplastiche

I risultati dimostrano l’efficacia sinergica dei 3 immunonutrienti (arginina, omega 3 e nucleotidi) sia in fase peri operatoria sia durante i trattamenti antineoplastici (chemio e radioterapia). Infatti, l’analisi immunoistochimica ha dimostrato che l’immunonutrizione promuove:

  • la risposta immunitaria antineoplastica con l’aumento dei linfociti T-citotossici e T-helper,
  • la riduzione dei linfociti T-exhausted e T-reg sopprimendo la capacità del tumore di eludere il sistema immunitario.

In particolare, lo studio ha evidenziato differenze significative tra il gruppo di pazienti trattati con immunonutrizione e il gruppo di controllo non trattato in preoperatorio.

Riccardo Caccialanza, direttore UOC Dietetica e Nutrizione IRCCS Fondazione San Matteo (PV) osserva che la presa in carico precoce del paziente, se associata a un intervento nutrizionale con supplementazione orale a base di immunonutrienti, risulta utile nel medio-lungo termine perché consente di raggiungere migliori risultati clinici. Inoltre, con l’associazione di una formula immunomodulante a base di arginina, omega 3 e nucleotidi, il periodo di degenza di un paziente oncologico è minore. Questo porta dunque a una riduzione dei costi sanitari, impattando positivamente sul SSN e rendendo vantaggioso il rapporto costi-benefici.

immunonutrizione come potenziatore delle terapie antineoplastiche

In futuro, ulteriori studi di approfondimento potranno permettere di identificare sottogruppi di tumori che rispondono meglio all’immunonutrizione. Inoltre, si potranno correlare questi dati con la risposta alla chemioterapia e ai principali trattamenti oncologici disponibili. L’obiettivo di questi studi sarà l’inclusione dell’immunonutrizione nelle linee guida quale potenziatore delle terapie antineoplastiche e parametro per comprendere meglio il comportamento biologico del tumore.

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